Uno, due e tre studi sui personaggi e non sulla storia
 
La trilogia è composta da tre spettacoli autonomi, ma indissolubilmente legati da temi di marginalità: povertà, vecchiaia e malattia. Tutti i personaggi della trilogia inforcano gli occhiali. sono mezzi cecati. Malinconici e alienati.
 
 
Ad Alcamo la compagnia proporrà uno dei tre studi.
 
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Nel primo studio un uomo si ancora sul palcoscenico, alla prua di una nave immaginaria.  Esperto nel manovrare gli ingranaggi che muovono la simulazione della prua, ‘o Spicchiato si salva dalla finta burrasca che mette in scena per rievocare i ricordi della sua vita di mezzo mozzo. Sopra la sua testa pende il tempo del ricordo, una trentina di contaminati ticchettìano inesorabili. Poi suonano e tutto tace. Il mare smette di respirare e ‘o Spicchiato rivive l’attimo orribile dell’abbandono. Un giorno la nave è salpata senza di lui, a tradimento, lasciandolo solo, povero e pazzo sul molo di un paese straniero: la terraferma.
Proprio lui che senza la nave si sente perso, lui che ha votato la sua vita alla navigazione, lui che giorno e notte ha bisogno di parlare con il suo unico grande amore: il mare. Le voci della ciurma, del capitano, gli rimbombano nella testa e ‘o Spicchiato, cantastorie, tira i fili dei suoi pupi. Nell’attesa del ritorno della nave, il mezzo mozzo attaccato alla prua, diventa di legno come la polena di un vecchio galeone.
 
Nel secondo studio due vecchietti ballano il secolo passato, accompagnati da una colonna sonora che parte dai giorni nostri con la voce di Jovanotti e arriva agli anni Venti con quella di Vittorio De Sica che canta “Parlami d’amore Mariù”. La canzone dei vecchi amanti fa rivivere a ritroso il loro amore fino al primo incontro, al primo bacio, al primo figlio…
 
Il terzo studio racconta la stasi, la malattia di un uomo autistico che si rintana nel silenzio. Nicola viene strappato a 15 anni dalle braccia della zia disoccupata e portato in un istituto, dove due suore laiche si prendono cura di lui. All’inizio mostra un’apparente interesse e desiderio relazionale con le due donne, ma poi la tendenza all’isolamento e alla chiusura diventa più forte e consistente fino a diventare una vera e propria indifferenza emotiva agli stimoli e ipercettibilità agli stessi. Nicola si dissocia e cade in un ritiro autistico. Si addormenta. Allontanandosi da tutto e da tutti.